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Facebook è uno dei social più utilizzati al mondo. Se hai scelto di pubblicizzare qui la tua azienda, sei nel posto giusto. Ti do qualche numero: oltre 1 miliardo e mezzo di utenti in tutto il mondo, di cui 28 mila in Italia; il tempo medio di visita di ciascun utente è di circa 20 minuti. Non c’è bisogno di fare grandi riflessioni per capire quale potenziale abbia Facebook per far trovare nuovi clienti alle aziende, ma per arrivare a raggiungere questo obiettivo devi sapere come fare pubblicità su Facebook, come colpire il tuo target, come organizzare una campagna efficace, quindi senza sprecare risorse.
Come fare pubblicità su Facebook, l’inizio
Prima di esaminare alcune strategie e darti qualche suggerimento utile però voglio aiutarti a evitare di fare errori gravi. La prima cosa che devo dirti, quindi, è che con i social, in particolar modo con Facebook, non devi avere fretta, i risultati richiedono tempo, ogni obiettivo ha quindi una sua tempistica. Se non vedi subito i risultati a cui ambisci non scoraggiarti, non abbandonare il campo, le inserzioni Facebook non fanno miracoli, ma se si lavora bene i risultati arrivano.
Purtroppo chi non ha una grande esperienza tende a gettare la spugna alle prime delusioni, sbagliando. Un ROI (il ritorno degli investimenti) positivo richiede perseveranza.
Se hai scelto di fare pubblicità su Facebook, probabilmente hai già un’idea del suo potenziale, ma voglio darti qualche elemento in più.
Utilizzando questo canale di comunicazione hai la possibilità di entrare direttamente in contatto con i tuoi clienti, ascoltare le loro esigenze, le loro preferenze, intercettare le loro necessità e dare loro ciò che vogliono prima dei tuoi concorrenti, o a condizioni più vantaggiose.
In secondo luogo puoi “metterci la faccia”, i tuoi clienti non interagiranno con un’entità astratta, con un brand, ma con qualcuno che sta dietro a quel brand, quindi l’azienda sarà percepita come più umanizzata. Ti faccio un esempio su come pubblicizzare un prodotto in modo efficace.
Il pesto alla genovese
C’è uno spot televisivo in cui una giovane mamma apre il frigo e sceglie un sugo già pronto, al pesto. La macchina da presa inquadra la tavola, primi piani sui piatti di tagliatelle al pesto, la bambina che esalta il profumo del condimento, il papà che da informazioni sul pesto, dichiarando che si tratta del vero basilico genovese, che cresce in Liguria, vicino al mare.
Detto fatto, la famiglia si fionda sul posto per verificare con mano quello che portano in tavola. Panoramica sul grande campo di basilico che si estende a perdita d’occhio. Il verde inonda la TV. Le immagini infondono fiducia al consumatore, sono rilassanti e fanno percepire la freschezza del prodotto e la sua genuinità.
A un certo punto la bimba, con un sorrisino sdentato, dice: -Ma tu sei Giovanni Rana!- rivolgendosi alla signora che li sta accompagnando nella visita del campo. A questo punto la voce fuori campo racconta che chi lavora con Giovanni Rana ha la sua stessa passione e viene inquadrato proprio un arzillo Giovanni Rana che racconta la sua passione anche per i sughi freschi, oltre che per il suo prodotto di punta, i tortellini.
Perché ti ho raccontato questo spot che avrai sicuramente visto? Per farti notare come un’interazione diretta (anche se in questo caso non lo è effettivamente) con il proprio target, fa percepire l’azienda più vicino al cliente, più vicino ai suoi bisogni, appunto più umana.
Date queste premesse, vediamo come si fa una pubblicità efficace su Facebook e che sia d’impatto.
Marketing e psicologia per creare contenuti che convertono
Quello che interessa a un’azienda che approda su Facebook è acquisire nuovi contatti che possano essere convertiti in clienti. Quello che cercano gli utenti su Facebook è lo svago. Come si possono conciliare queste due diverse realtà? Ricorrendo a delle strategie di marketing che si basano su conoscenze psicologiche, ma anche sociologiche.
Ovviamente non è che per fare il marketer si debba possedere una laurea in psicologia, però avere delle nozioni della materia sicuramente aiuta.
Torniamo un attimo allo spot di Giovanni Rana. Secondo, te, parlando di pesto, inquadrare il campo di basilico, tra l’altro verde brillante, è stata una casualità o una scelta ponderata? Te lo dico io, nulla è stato lasciato al caso, e se è vero che i professionisti del marketing non sono psicologi, è altrettanto vero che conoscono il comportamento degli utenti molto bene.
Ci sono infatti alcune teorie e principi della psicologia che ben si applicano al marketing e che aiutano a creare contenuti che convertono, ovvero, che inducono un utente, un contatto, a compiere un’azione. Vediamo assieme qualcuna di queste teorie psicologiche.
Psicologia del colore
Iniziamo proprio dalla psicologia del colore andando a riallacciarci al discorso che abbiamo fatto prima sul campo di spinaci.
La psicologia del colore studia i comportamenti umani in relazione all’influenza che i colori esercitano su di essi. A suffragare questa teoria c’è una ricerca che mostra come la scelta di un determinato prodotto sia fortemente influenzata dal colore. Mediamente si impiegano circa 90 secondi a valutare un prodotto. Si tratta quindi di un tempo molto breve, ma a pesare di più in questa valutazione è il colore, o almeno lo è nel 62%-90% dei casi.
Per questo motivo quando si progetta una pagina web la scelta del colore è fondamentale. Ovviamente su Facebook non puoi spaziare su questo frangente, ma il consiglio è di utilizzare una bella foto di copertina della pagina, di cambiarla spesso, ma di lasciare in evidenza il logo del brand. Accompagna i post con delle foto dove vi sia un colore preponderante, per esempio, se vendi verdura il verde è il colore giusto.
A ogni colore viene associata un’emozione, vediamole:
- Giallo: ottimismo
- Arancione: allegria
- Rosso: passione, energia
- Verde: salute, ambiente, serenità
- Blu: fiducia
Ovviamente si può spaziare sulle combinazioni, ma il consiglio è quello di utilizzare giallo, rosso e arancione per i pulsanti delle CTA, call to action.
La fluidità cognitiva
Con questo termine si indica la valutazione che ciascun utente fa del proprio impegno cognitivo, in questo caso nel leggere un contenuto o visualizzare e decodificare i simboli e le foto di una pagina. Secondo un recente studio, la capacità di attenzione media di un utente del web è di circa 9 secondi, praticamente quanto quella di un pesce rosso.
Cosa significa tutto questo? Che se la tua pagina non cattura subito la sua attenzione avrai perso una chance di convertire quell’utente. L’attenzione dell’utente deve essere catturata subito, in pochi secondi deve visualizzare quello che gli interessa, per aiutarlo puoi utilizzare un font semplice, quindi caratteri chiari e non troppo piccoli, purtroppo su Facebook puoi fare ben poco, ma nel testo puoi ripetere spesso un nome, per esempio il tuo brand, questo infonde una sensazione positiva e di familiarità.
Utilizza frasi brevi, concetti semplici, che spieghino il tuo prodotto e lo descrivano in modo comprensibile. Utilizza parole chiave e dei link che siano visibili. Se il tone of voice dell’azienda te lo consente, intervalla alle parole qualche emoji pertinente, rendono il testo più accattivante e meno noioso. Usa gli hashtag.
Riprova sociale dei contenuti
Il principio di riprova sociale viene applicato proprio dal nostro social in questione, da Facebook. Pensa alla promozione pagina Facebook, magari anche a pagamento, quanti like ricevi? Quante condivisioni? Quella è la riprova sociale, ovvero il principio secondo cui un contenuto o un comportamento è tanto più valido e affidabile quante più persone lo approvano e lo trovano valido e affidabile.
Il principio potrebbe sembrare un po’ poco critico, tuttavia nel marketing a determinare le scelte delle masse sono proprio questi comportamenti.
Quindi, tornando al caso della tua pagina aziendale su Facebook, più persone la troveranno interessante, più persone verranno attratte da questa. Attenzione però, non cedere al fascino dell’acquisto dei like perché non otterrai il risultato che speri con questo coinvolgimento artificiale.
Per ottenere una buona riprova sociale, invece, puoi raccontare dei case history reali, coinvolgenti, usando la tecnica della narrazione, iniziando a creare un rapporto di fiducia con il tuo target, ma anche promuovendo il tuo prodotto con dei testimonial, puoi sfruttare degli influencer.
Un altro modo molto efficace che viene utilizzato anche per sponsorizzare su Instagram è incoraggiare quelli che sono già tuoi clienti a lasciare dei feedback, vale a dire delle recensioni sul tuo prodotto. Attenzione però, a un certo punto potrebbero esserci degli attacchi di troll, per cui sarà necessario moderare i commenti, per questo dovrai rivolgerti a un team di professionisti della comunicazione sui social che sono in grado sia di moderare che di rispondere in modo consono senza innescare flaming.
Cerca di postare contenuti virali, non dico la foto del gattino che gioca col gomitolo e che non c’entra niente con la tua azienda, ma contenuti interessanti per il tuo target.
La teoria della percezione sui social
C’è poi da considerare quella che è la percezione degli utenti legata al loro background. Dobbiamo quindi ragionare secondo il concetto della familiarità. Se pensi a Facebook, per esempio, quando vengono apportate modifiche si resta un po’ tutti spiazzati. Magari si tratta di piccoli cambiamenti, come per esempio la forma dell’icona delle notifiche, però tanto basta per dare una sensazione di smarrimento, sebbene temporaneo.
Per la tua pagina Facebook questo non è rilevante, infatti le impostazioni sono predefinite, ma se hai un sito, il concetto è quello di posizionare il menù in alto, per esempio, come accade per la maggior parte dei siti, e non cercare l’originalità a tutti i costi.
Questo invece ti serve anche per Facebook: se alla fine dei tuoi post si trova sempre una Call to Action, mettila sempre, se i tuoi utenti se l’aspettano non è bene deluderli. Non usare nelle chiamate all’azione come frasi troppo elaborate ricercando l’effetto sorpresa, usa Call to Action facili, classiche, immediate.
Inizia col mettere in pratica questi piccoli consigli, e se vuoi, contattami per saperne di più.
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